browser icon
You are using an insecure version of your web browser. Please update your browser!
Using an outdated browser makes your computer unsafe. For a safer, faster, more enjoyable user experience, please update your browser today or try a newer browser.

Barriera Republic, armonie dal mondo

Riportiamo, ringraziando, i pensieri e le parole di un amico di Xlestrade che, partecipando all’evento Da Barriera al mondo,  ha voluto scrivere un articolo sulla serata.

Barriera_RepublicEsci una sera d’autunno e scopri un gruppo musicale che ti stupisce fin dalle prime note. Sono i “Barriera Republic”, un collettivo di 15 musicisti formatisi all’ASAI, un’associazione che si occupa di progetti ludico-didattici per i giovani di Torino. La band è composta da ragazzi italiani e stranieri residenti al quartiere Barriera di Milano. Il progetto è stato sviluppato e coordinato dall’educatore Riccardo D’Agostino, chitarrista del gruppo.
I “Barriera Republic” cantano storie emozionanti, raccontano la vita nei quartieri difficili, dove la parola convivenza non sempre fa rima con accoglienza. Vivono circondati da quelle “barriere” difficili da superare, ma che la musica può contribuire ad attraversare col suo linguaggio diretto e le piacevoli emozioni che trasmette.
I “Barriera Republic” hanno un repertorio di cover che spazia da Billie Holiday a Mercedes Sosa, passando per Emanuel Zekic e i Jambo Boys. Riarrangiano i brani, e creano un’armoniosa melodia fatta di schitarrate folk, preziosismi blues, monologhi rap e sonorità che vengono dai quattro angoli del pianeta. E non mancano brani inediti, dove si mescolano voci e suoni di molti paesi.
Ho assistito al concerto dei Barriera Republic al centro polifunzionale della Circoscrizione 1 (in via Dego 6) e organizzato dall’associazione Xlestrade lo scorso sabato. Ogni canzone della band viene contestualizzata e presentata coi suoi retroscena. Come un brano dell’algerina Souad Massi, che racconta la telefonata di un’immigrata africana ai parenti rimasti nel paese d’origine: dice loro di stare bene, avere un buon lavoro e tanti amici. Quando riattacca la cornetta invece è un po’ provata. Sa benissimo che la realtà è diversa, ma non vuole far patire le persone che le vogliono bene.
Sono storie di dolore e coraggio, quelle raccontate dai “Barriera Republic”. Ma ricche di speranza nella capacità dei sentimenti di superare gli ostacoli.
Quando parli con la cantante della band e le chiedi: “Ma come fai a sapere così tante lingue?” Lei ti risponde candidamente: “Ma non le conosco tutte”. E allora capisci che il potere della musica è la sua universalità. Basta uno strumento e apri i lucchetti di tutti i cuori e di tutte le menti. Un concerto dei “Barriera Republic” equivale ad un giro del mondo in 80 minuti. Ascoltate questi irresistibili ragazzi. E non potrete fare a meno di riascoltarli.

Articolo a cura di Francesco Riccardini


Rispondi