Non solo associazioni con le loro storie e i loro progetti, ma anche emozioni, sensazioni, pensieri! Ci giungono alcune parole, preziosissime, di una nostra amica, attualmente in Servizio Civile in Tanzania.
La ringraziamo per quanto ha scritto! Lo condividiamo auspicando che la sua scelta, il quadro da lei dipinto con le sue parole, possa suggerire emozioni e sensazioni positive anche in chi le legge!
Invitiamo chiunque abbia piacere di donarci alcune parole su una sua esperienza, un suo percorso in terra straniera, a scriverci e a condividerle con noi.
Spesso la gente mi ha chiesto il perché, “Perché proprio l’Africa?” o “Perché vuoi tornare in Africa?”. Me lo sono chiesto anche io il perché…non ho mai trovato una vera risposta, ne ho trovate molte.
Perché tu Africa sei così bella con la tua vegetazione che si stende perdendosi alla vista, e così selvaggia, di quel verde acceso che diventa giallino nel periodo di secca. Per il rosso fuoco della terra bruciata dal sole che rende tutto piu’ concreto e vero. Sei viva e indomita nella tue distese di alberi di tanti frutti diversi che si impadroniscono di ogni luogo, anche dove sembra impossibile. Lo sei nei tuoi animali numerosi che ti popolano.
E proprio quel sole che non dà tregua per tutto il giorno ti dona bellezza; si mostra la mattina, quei pochi minuti quando va a posizionarsi in alto nel cielo, quella palla immensa di luce di un arancione pallido sfumato di rosa e giallo. Al tramonto va a nascondersi dietro l’orizzonte, d’ improvviso, regalando uno spettacolo di colori ed emozioni.
Sei bella nei corpi voluttuosi e formosi delle donne, in quelli forti e robusti degli uomini. Negli occhi dolci dei bambini.
Tu, Africa, infatti sei gioiosa nei visi della tua gente, sempre vivi e sorridenti. Negli sguardi sempre così curiosi e pieni di voglia di conoscere e di innamorarsi.
Lo sei nei sorrisi innocenti dei bambini, i tuoi numerosi figli che sono la tua speranza. Ti abitano e ti amano. Sono radicati come alberi nel tuo terreno.
Le voci della tua gente spesso mi sovrastano e mi fanno perdere. Mi confondo in questo mondo pieno di contraddizioni, ma così ricco ed accogliente. Nel mercato il vociare continuo e festoso mi fa sorridere e mi fa sentire parte di te, come in un abbraccio di una madre.
Sei fiera nei volti delle donne che hanno in mano questo continente e lo portano avanti, anche se molte di loro ancora non lo sanno.
La tua fierezza è nell’anziana, coperta di stoffe colorate, che avanza sicura per strada portando un secchio d’acqua sulla testa. Mi saluta e sorride alla mia risposta. La vedo nella letizia con cui le tue signore preparano da mangiare per la famiglia, fuori casa, su una cucina fatta di legno e mattoni che sembra improvvisata. La vedo nelle mamme che mi mostrano o che mi raccontano con orgoglio dei loro figli, i gioielli più preziosi che la vita ha regalato loro.
Sei semplice nella vita di tutti i giorni e nelle abitudini delle persone. Anche nel modo di parlare e di relazionarsi dei tuoi uomini non ci sono filtri e tutto appare spontaneo.
Sei materna perchè se pur per molti giorni in un anno sei secca ed arida, poi baci i tuoi figli con la pioggia vivificatrice e piena di speranza e li abbracci di un calore rassicurante. Il tuo terreno è fertile e nutritivo. I tuoi frutti hanno il sapore della tua terra e della pioggia e sono la sicurezza del tuo popolo.
Ti mostri statica nelle abitudini della gente e nel loro modo di vivere, ancora legata a tradizioni secolari immutate, ma allo stesso tempo sei incredibilmente in movimento, presa quasi da una frenesia di fare, di incontrarsi e di condividere. Fin dall’alba, se non anche di notte, la tua gente cammina, corre e lavora. Con le prime luci è uno spettacolo vederti già così sveglia come se non ti fossi addormentata la notte.
Ti vedo rilassata in quello sconosciuto disteso ai piedi di un albero, accanto ad una strada affollata, con i rumori che sovrastano il resto o tra le corsie di un supermercato dove una commessa nell’atto di disporre i prodotti si è concessa un riposino, come se niente importasse e potesse evolvere, come se si fosse fermi in un eterno presente. Allora perchè sei così instancabile ed operosa in quelli che affiancano i pullman in partenza per vendere? Quegli stessi pullmini si muovono per la città senza sosta, proprio come se invece fosse possibile un cambiamento.
Qui il tempo non esiste, è stato inventato in altri luoghi. Non ci sono orari e ci si ritrova davanti ad attese infinite, nell’immobilità. Ti siedi su un mezzo pubblico e sai solo che partirai quando sarà completamente pieno. Mi hai insegnato ad avere pazienza ed a saper aspettare, senza correre. A godere del ritmo rilassato delle cose e della tua gente.
Africa, tu sei così solenne nei riti e nelle feste. Decorosa nei saluti, nei convenevoli e nei rapporti fra i tuoi figli stessi. Anche nel vivere e nella religione. Ma questo non vuol dire non trovarti calda nella spiritualità, anche se, o forse proprio perchè, questo è un motivo per lasciarti andare, farti bruciare di passione e vivificarti.
Oh i tuoi balli, sono parte costituente dei tuoi figli. Il loro modo di muoversi, di ballare ed i loro canti risuonano e infiammano tutto il mondo. E’ un potere che scorre nelle vene e alimenta l’anima dei tuoi abitanti. Le loro danze ed i canti mi impressionano, mi commuovono e mi riscuotono, anche nelle giornate ombrose. Mi fanno respirare e mi scaldano.
Africa, ecco come mi hai conquistata!
Articolo a cura di Elisa D’Amico