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Abbiamo incontrato Muso Muso, artista, cantante di 28 anni, attualmente residente a Torino ma la cui storia parte da lontano, dalla Guinea Conakry.
Muso ci ha raccontato infatti di essere nato a Quequedou in Guinea Conakry, e di essersi dovuto trasferire in Italia nel 2000, quando aveva 11 anni, attraverso un ricongiungimento familiare. Inizialmente visse a Napoli, dove ebbe occasione di frequentare le scuole, imparare la lingua e fare le sue prime amicizie. A Napoli rimase per quasi 8 anni, molti dei quali li ha trascorsi in una comunità per minori a causa di problemi giudiziari che videro coinvolta la sua famiglia.
La comunità, ci ha raccontato, è stata per lui un’occasione per migliorare, quasi di “salvezza”.
A Torino giunse solo all’età di 18 anni. Qui viveva un suo cugino e ciò rappresentava per lui un appoggio. Ebbe occasione così di iniziare a lavorare in diverse fabbriche nell’area del canavese.
Successivamente però ebbe la fortuna di conoscere e iniziare a frequentare i Bagni Pubblici di Via Agliè, la Casa del Quartiere della zona di Barriera di Milano, a Torino.
È grazie a questo contatto infatti che Muso Muso riuscì nel tempo a fare un anno di Servizio Civile, conseguire il diploma turistico aziendale presso l’Istituto Boselli e collaborare per 3 anni con numerose associazioni no profit.
La sua grande passione però è sempre stata la musica, con particolare attenzione alle tematiche sociali. È così che ha iniziato a produrre in proprio testi e canzoni che lo hanno portato a pubblicare già un CD con 12 tracce, “Esame di coscienza”, e a comporre il testo “Muso Barriera”, uscito lo scorso mese di ottobre. Da segnalare la sua collaborazione con l’artista Alessandro Bulgini e il suo progetto Opera Viva.
La musica è per lui uno strumento importante con cui comunicare, esprimersi, condividere le proprie idee e tutto ciò lo ha avvicinato ad Arte Migrante, luogo, “gruppo” in cui conoscere altre persone e crescere insieme con loro.
In prospettiva futura ci ha raccontato che attualmente sta lavorando su un nuovo CD ma soprattutto la sua ambizione è di poter acquisire la qualifica di mediatore interculturale. Altro sogno nel cassetto è poter andare in Guinea Conakry a trovare i suoi parenti, le sue origini.
Abbiamo poi chiesto di raccontarci un aspetto negativo e un aspetto positivo della sua vita, della sua permanenza in Italia. A colpirlo maggiormente sono state sicuramente le difficoltà giudiziarie che hanno visto coinvolti i suoi parenti, i suoi familiari e che ne hanno condizionato le sue scelte e il suo percorso. L’aspetto più importante è invece stata la possibilità di ampliare nel tempo le proprie conoscenze e di riuscire a integrarsi con gli altri, nella comunità che lo ha ospitato senza mai subire episodi di razzismo.
Il suo consiglio infatti è quello di saper essere disposti ad aprirsi, mentalmente e non solo, integrarsi, farsi comprendere dalla terra, l’Italia, che ha accettato di accoglierci. Altro suggerimento importante è l’invito a studiare, a dedicare tempo ed energie all’istruzione, alla conoscenza.
Abbiamo chiesto, infine, un messaggio da lasciarci. Il suo messaggio è un pezzo di una sua canzone, “Africa”:
“pensiamo di muoverci ma in realtà ci adagiamo
l’amore non ci basta se per fame ci sbraniamo
viviamo con il terrore di non essere alla pari
per invidia certe volte diventiamo mercenari”.
Il nostro invito è di ascoltarlo, nei sui testi, nelle sue parole. Trasmettere passione, amore e riscatto!
Grazie davvero per l’amicizia e le belle ore trascorse insieme!