Tensione.
Tensione elettrica, tensione emotiva … tensione sociale.
Oggi è stato giorno di sciopero, e in tante città italiane cortei e manifestazioni hanno percorso centri, vie e corsi. Le richieste sono per un lavoro, per un futuro che ancora è troppo precario.
Gli ultimi giorni sono stati anche oggetto di scontri in tanti luoghi, sparsi lungo la penisola, Bologna, Roma, Milano ecc.. Scontri per rivendicare il diritto alla casa, ad un terreno, alla propria sicurezza.
Scontri contro immigrati, abusivi, rom … scontri anche questi dovuti all’attuale aumento della tensione sociale.
La tensione, questa tensione diffusa, può condurre ad episodi di violenza, ad un crescente fenomeno e sentimento di razzismo.
Abbiamo segnalato, in poche righe, quello che è accaduto e sta accadendo.
Vorremmo soffermarci però su quando e quanto gli echi di contrasto, di guerra e scontri giungono non dalle nostre periferie ma da luoghi lontani, troppo distanti dalla nostra quotidiana realtà, molte volte risultando persino incomprensibili o oggetto di sbagliate interpretazioni.
Gli echi del Medio-Oriente, o di quelle Afriche considerate marginali rimangono sovente tali, grida inascoltate. I risultati di questi scontri però producono quei flussi migratori, quelle figure chiamate indistintamente profughi, immigrati, clandestini.
Le vie di comunicazione possono essere mare, terra, cielo.
Le libere frontiere sono oggetto di discussione e spesso sono i trattati internazionali stipulati tra gli Stati a delimitare quali sono i confini entro cui circolare liberamente e/o entro cui occorre un visto per poter transitare.
La circolazione, la globalizzazione, conduce però a creare muri con l’altro, con il diverso. La ghettizzazione provoca paure e discriminazioni individuando nello “straniero” il colpevole e, secondo noi, aumentando il livello di tensione.
Domenica scorsa siamo stati ospiti della trasmissione Radio Africa, in onda ogni domenica dalle 12,00 alle 15,00 su Radio Flash (97,6). Ebbene, la nostra riflessione è che in tale occasione si è ricordata la scomparsa di Miriam Makeba, Mama Afrika. Sempre domenica ricorreva il 25° anno della caduta del muro di Berlino.
Miriam è morta in una notte di pochi anni fa, nel 2008. La sera prima aveva cantato in un concerto organizzato per protestare contro la mafia. Era una cantante, icona africana, impegnata per battaglie anche non africane. La caduta del muro, che divideva la Germania Est dalla Germania Ovest, ha permesso l’unione tra Europa Occidentale ed Europa Orientale.
Oggi è stato giorno di sciopero, gli ultimi giorni sono stati di scontro, ma il futuro o il lavoro lo si costruisce come società in quanto tale e aperta verso le altre culture e le altre religioni in un contesto di rispetto e reciproca fiducia.
Il fango di Genova, spalato da persone in quanto tali, e non con connotazione di cittadinanza o meno, dovrebbe rappresentare un esempio in questa direzione.
Concludiamo dicendo che abbiamo organizzato, per domani, un evento, un concerto. Ospiti i Barriera Republic, un gruppo musicale multiculturale proveniente dalla periferia di Torino che canta e racconta storie di ciò che si può trovare lungo i nostri quotidiani viaggi.
L’idea di Xlestrade sarebbe favorire la mescolanza di questi viaggi così da provocare incontri e nuove idee e non ostacoli e nuovi muri.
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