“SOLO ANDATA”
A un amore infinito.
Era sempre la solita storia.
Ogni weekend, lei aspettava.
Lui tornava. E poi ripartiva.
Era diventato ormai un semplice
meccanismo usuale.
Una vera arte di un’attesa silenziosa.
Aspettava un treno. Quel treno.
L’Intercity 611, cabina 5, posto 7. Torino – Lecce.
Aspettava il suo uomo.
Il suo sorriso, disegnato sul finestrino.
Lo sguardo proteso verso di lei.
I suoi piccoli occhi azzurri sul vetro appannato.
I suoi capelli biondi tra mille castani.
Ma soprattutto aspettava il fischio del treno che
segnava il suo arrivo.
Ora lei aspetta, in balìa del vento. È
un tormentoso aspettare il suo. Ogni
treno è un letale coltello che taglia il
vento e la sua anima.
Ogni treno che passa sembra essere il suo.
Ma nessuno è quello. Tutti, tranne il 611.
Dell’Intercity non è rimasto niente.
Solo tante piccole lamelle incenerite.
Carbonizzate.
Ora, l’amore l’ha resa folle.
Apatica.
Ma recidiva.
Ora, la malattia dell’aspettare è
una lunga agonia.
Un amore oltre i confini. Un amore rischioso, e talvolta spregiudicato.
Un amore forte, tutt’altro che fragile. Un amore spezzato involontariamente.